Tutta la natura intorno a noi fiorisce.
La vita sboccia, e il profumo dei fiori e dell’erba fresca ci avvolge quando meno ce lo aspettiamo, perché l’aria vibra di colori e vita.
La tiepida primavera di Ostara lascia il posto alla forza del sole che illumina e riscalda la terra, e i semi che timidamente sono nati la scorsa luna, stanno ora crescendo inarrestabili per dare tra non molto i loro frutti.
Per le antiche popolazioni celtiche, questo periodo dell’anno insieme a Samhain era tra i più importanti e sentiti. La notte tra il 30 aprile e il primo maggio si festeggiava Beltane: a metà strada tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate, era una notte di celebrazione per la vita, la fertilità e la fecondità.

‘Beltane’ significa splendente, e il termine deriva dal nome del dio Bel o Belenus, dio celtico del sole e della luce, protettore del bestiame.
Il fuoco è l’elemento principale di questa festività: grazie alla sua luce e al suo calore era in grado di scacciare definitivamente lo spettro dell’inverno, e di aiutare la crescita delle piante che avrebbero donato molti frutti.
Gli animali venivano fatti passare attraverso due fuochi, perché si credeva che questo li avrebbe protetti e benedetti; anche le persone e gli oggetti passavano attraverso il fuoco purificatore che avrebbe portato loro protezione per i mesi a venire. Le fiamme erano in grado anche di bruciare definitivamente tutti i pesi dell’inverno, e di portare salute e prosperità; per questo si danzava, si cantava e si saltava il fuoco, celebrando il ritorno della vita in tutta la natura.
Si accendevano grandi falò, si danzava attorno al palo di maggio, ci si univa ritualmente per portare amore e fertilità alla terra.
Per i celti infatti, gli esseri umani e la natura sono strettamente collegati: l’esterno riflette l’interno, perciò ogni azione che l’uomo e la donna compiono può aiutare il manifestarsi della natura, e viceversa, allinearsi ai cicli naturali ci aiuta a vivere pienamente e in armonia.
Così festeggiare la vita significava contribuire alla rinascita della natura, evitando che ritornasse il freddo dei mesi passati – cosa non ovvia per coloro che vivevano a stretto contatto con la natura e dipendevano dalle sue risorse per sopravvivere.

L’unione feconda del principio maschile e femminile che genera la vita è alla base di questa celebrazione. Il sacro fuoco di Beltane illumina l’unione del dio con la dea, ristabilendo l’equilibrio dentro e fuori di noi giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, permettendoci di essere liberi e di goderci i doni che la vita ci porta in ogni istante.
Piccole azioni da compiere per celebrare e vivere questo passaggio
Accendiamo candele rosse, osserviamo la bellezza dei fiori, annusiamo il loro profumo e apriamoci alla gioia della vita.
Accendiamo un fuoco, se possiamo, e saltiamolo per entrare con slancio e gioia nell’estate in arrivo, lasciandoci indietro tutti i pesi dell’inverno. Saltiamolo da sole, o con le nostre amiche, o con i nostri compagni, per suggellare l’impegno di camminare ancora insieme nello scorrere incessante della Ruota dell’anno.
Felice Beltane!
Celebriamo insieme Beltane!
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